Legislatore e sindacati per la flessibilità

Nel 2021, le risposte in termini di flessibilità aziendale, produttività e nuove figure professionali, dovranno arrivare soprattutto dalla contrattazione collettiva.
Lavoro flessibile

Nel 2021, le risposte in termini di flessibilità aziendale, produttività e nuove figure professionali, dovranno arrivare soprattutto dalla contrattazione collettiva. Legislatore e sindacati, infatti, non potranno più concentrarsi solo sui livelli occupazionali e sui rapporti di lavoro subordinato. Ne è convinto Francesco Amendolito, founder di Amendolito & Associati, studio specializzato nel diritto del lavoro.

Quali sono le principali novità normative emerse nel 2020 e quali gli effetti sulle imprese?
Senza ombra di dubbio, le principali novità normative emerse nel 2020 nel settore lavoristico sono riferibili alla normativa emergenziale. Una delle previsioni legislative più incisive è rappresentata dal blocco dei licenziamenti, normativa che si appresta ad essere una misura rilevante anche del 2021, data la proroga inserita nella Legge di Bilancio. Sebbene sia stato considerato uno strumento di risposta alla crisi pandemica, in realtà non ha risposto al bisogno di flessibilità dei datori di lavoro andando, invece, ad inasprire una normativa già poco duttile. Inoltre, lo stop ai licenziamenti ha realizzato un indebito trasferimento degli oneri di solidarietà sociale. Tali oneri dovrebbero incombere in primis sullo Stato e non sui privati datori di lavoro. Le criticità emerse in questo periodo hanno messo in luce le falle normative del nostro sistema lavoro. Uno fra tanti, il decreto Dignità non ha retto alla prova presentatasi con l’emergenza sanitaria. Pur essendo stata introdotta dal legislatore emergenziale la possibilità di rinnovi acausali nei contratti a termine, i limiti temporali imposti dal decreto non hanno permesso ai datori di lavoro di riconoscere in esso lo strumento necessario per superare la profonda crisi. Il legislatore emergenziale nella sfrenata corsa alla tutela dei lavoratori ha perso di vista la creazione di una politica economica in grado di aiutare gli imprenditori e di incentivare gli investimenti. La produzione normativa emergenziale si è limitata a prevedere una tutela allargata, che comporta inesorabilmente un aumento del debito dello Stato senza che a ciò corrisponda alcun aumento di produttività.

Quali le prossime sfide, per il 2021, nell’ambito del settore giuslavoristico?
È richiesto al legislatore certamente una sistemazione della disciplina degli ammortizzatori sociali: l’emanazione di un testo unico in materia permetterebbe un’applicazione della disciplina più confacente alla doverosa celerità. Inoltre, in un’ottica di competitività internazionale, la continua necessità delle aziende di utilizzare sempre più nuove figure professionali esige una disciplina giuridica che salvaguardi i cd lavoratori e/o lavori atipici. Una categoria, quest’ultima, spesso dimenticata dal legislatore e che nella situazione emergenziale ha mostrato la necessità di godere di maggiori tutele. L’attenzione del legislatore, ma anche dei sindacati, non potrà più essere indirizzata esclusivamente alla regolamentazione del rapporto di lavoro dipendente e ai livelli occupazionali. Al contrario, la contrattazione collettiva dovrà fornire risposte concrete in termini di flessibilità, produttività e nuove mansioni.

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