Il lavoro è sempre un tema largamente dibattuto, soprattutto negli ultimi anni in cui l’impiego stabile è spesso sembrato un miraggio. Quanti sono i precari in Italia nel 2023? Ecco i dati dell’INPS e le differenze rispetto al 2022.
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Chi sono i lavoratori precari
Il precariato è una situazione lavorativa in cui un lavoratore non ha un contratto stabile e a tempo indeterminato, bensì solo un contratto a tempo determinato o altre forme di lavoro flessibile. In Italia, i lavoratori precari rappresentano una larga parte della forza lavoro, contribuendo alla generale situazione economica del Paese.
Il lavoro precario può comportare salari più bassi, orari di lavoro irregolari, una maggiore incertezza sul futuro e una mancanza di tutele e diritti. I lavoratori precari spesso devono affrontare difficoltà nella pianificazione e nell’organizzazione della propria vita, ad esempio nella ricerca di alloggi.
Non si deve poi sottovalutare l’aspetto motivazionale dei lavoratori precari, i quali non sempre riescono a rendere al meglio a causa della consapevolezza della fragilità della loro posizione. È necessario dunque far fronte a questo fenomeno attuando leggi e regolamenti utili a creare impieghi più stabili, ma non è semplice.
Quanti sono i precari in Italia
Molto spesso si discute dell’esigenza di migliorare la situazione lavorativa italiana, tenendo sempre come punto focale la creazione di nuovi posti di lavoro. Non sempre però si pone la giusta attenzione al precariato, considerato spesso una soluzione di passaggio e che spesso si trasforma invece in una condizione quasi definitiva.
Secondo i dati ISTAT, a febbraio 2023 i precari in Italia erano 2.972.00. Quasi 3 milioni di persone si trovano in una posizione lavorativa non sicura, e i numeri rischiano di aumentare. Secondo i dati riportati dall’INPS, a gennaio 2023 sono stati assunti 500.310 lavoratori con un contratto precario o a tempo determinato.
In quanti passano da tempo determinato a indeterminato
Qualcuno inizia il suo percorso lavorativo accettando un contratto a tempo determinato, con la speranza che poi un giorno questo si trasformi in tempo indeterminato. In questo senso i numeri sono più positivi e infatti, a gennaio 2023, 98mila persone hanno vissuto questa trasformazione.
Un numero in aumento rispetto a quello riferito al primo mese dello scorso anno (+7 per cento), e si spera che possa aumentare ulteriormente nel corso di tutto l’anno.
Quante sono le cessazioni a gennaio 2023
Da un lato coloro i quali hanno avuto la fortuna di passare da tempo determinato a indeterminato, dall’altra la cessazione di alcuni rapporti di lavoro. Nel gennaio 2023 queste sono state, in totale, 494mila, il 4 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le cessazioni riferite ai contratti a tempo determinato sono aumentate dell’1%, mentre quelle dei contratti intermittenti del 2%. I contratti stagionali, in somministrazione, in apprendistato e a tempo indeterminato, invece, hanno avuto una contrazione nelle cessazioni.
Come diminuire il numero di precari
A questo punto appare chiaro che rendere più stabili e duraturi i contratti dei lavoratori precari sia una priorità ma, come detto in precedenza, non è una missione facile. Molte organizzazioni sindacali e politiche stanno lavorando per promuovere regole e leggi che incentivino l’occupazione stabile e di qualità per i giovani.
Ci sono anche progetti e programmi di formazione per l’occupazione, anche temporanea, e di stage in aziende e enti pubblici, al fine di fornire ai giovani le competenze e le conoscenze necessarie per il loro futuro lavoro. Tutto ciò però evidentemente non basta, e a dimostrarlo ci sono i dati.
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