Il Senato ha approvato l’articolo 1 del ddl, in Italia non ci saranno più i senatori a vita. Ecco quanto guadagnano queste figure e quanto risparmio questa mossa porterà alle casse dello Stato.
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In Italia viene abolita la figura di senatore a vita
Alla fine la maggioranza di governo ce l’ha fatta ed è riuscita nel suo intento: abolire la figura di senatore a vita in Italia. Ad approvare la misura è stato proprio il Senato, che ha dato il via libera all’articolo 1 del ddl.
Questo articolo aveva proprio lo scopo di abrogare il potere del Presidente della Repubblica di nominare i senatori a vita, e chiaramente questa scelta ha fatto discutere. Da una parte c’è chi considera la questione puramente da un punto di vista economico, sottolineando che lo Stato potrà guadagnarci in termini di risparmio, dall’altro c’è chi invece contesta che in questo modo i poteri del Capo dello Stato verranno limitati molto.
Insomma, come per ogni questione politica anche questa decisione è destinata a far discutere ancora per molto tempo. Ad ogni modo, nel mentre la misura è stata approvata, chi era però già stato nominato manterrà tale carica.
Chi sono i senatori a vita
I senatori a vita vengono scelti direttamente dal Capo dello Stato tra coloro che “hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”.
Al momento, in carica ci sono quattro senatori a vita scelti dal defunto Giorgio Napolitano: Mario Monti, Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia. Sergio Mattarella ha invece insignito Liliana Segre, che potrebbe dunque ora diventare l’ultima senatrice a vita della storia del Bel Paese.
Quanto guadagnano
Procediamo ora con una delle questioni più dibattute, ovvero lo stipendio dei senatori a vita. Proprio come dice il nome, costoro continuano a percepire un compenso fino alla morte, e indipendentemente dalle elezioni politiche continuano anche ad avere potere di voto al Senato.
Lo stipendio non è di certo basso, dato che equivale a quello di un normale senatore. Infatti, la cifra è pari a 17.600 euro lordi, al netto di tutte le ritenute questa cifra scende a 12.500 euro mensili. In caso di assenteismo prolungato, allo stipendio del senatore viene effettuato un taglio pari a 3.500 euro. Questa cifra sarebbe destinata alle spese di viaggio e di soggiorno.
Il dibattito si accende
Come abbiamo anticipato in precedenza, la scelta di tagliare la figura del senatore a vita ha fatto e continua a far discutere. La spaccatura tra chi sostiene questa decisione e chi la ritiene inadeguata è profonda, e i motivi sono presto detti.
I detrattori sostengono che diminuire ulteriormente i poteri al Presidente della Repubblica sia una mossa volta a limitare la libertà non solo del Capo dello Stato, ma anche del popolo. Viceversa, i sostenitori vedono la questione dal punto di vista economico, che a conti fatti porterà nelle casse dello Stato sicuramente un guadagno in termini di spesa.
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