Inutile dirlo, gli stipendi italiani sono troppo bassi. E “la beffa” sta nel fatto che mentre l’inflazione aumenta, i salari restano pressappoco gli stessi. In altre parole aumenta il costo della vita ma gli stipendi restano sempre gli stessi.
In molti altri paesi europei, però, le cose non stanno così. A parità di titolo di studio e mansioni le buste paga sono decisamente più “pesanti”. E non stiamo parlando soltanto della Svizzera che, anche se non fa parte dell’Ue, è geograficamente collocata nel nostro continente. I “cugini” svizzeri sono decisamente più fortunati sul fronte delle retribuzioni, ma tanti altri Stati non hanno nulla da invidiare. Vediamo la classifica dei salari e a come si posiziona l’Italia.
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In quale Paese europeo si guadagna di più
Tra i 27 paesi dell’Unione europea del dopo Brexit – quando è uscito il Regno Unito – l’Italia è fanalino di coda per quanto riguarda gli stipendi. Nonostante gli obiettivi comuni e la condivisione della banca centrale, per quanto riguarda la retribuzione c’è molta disparità.
Gli stipendi tra i vari Stati europei sono molti diversi tra loro, anche a parità di qualifiche e lo stesso vale per il tasso di occupazione. Al primo posto per stipendi più alti c’è il Lussemburgo, con uno stipendio medio di 2.141,99 euro (dato fermo la 2020) a seguire:
- Irlanda
- Germania
- Paesi Bassi
Ci sono poi alcune capitali che hanno dei salari altissimi, più elevati delle altre città del medesimo paese: parliamo di Bruxelles, Parigi e Vienna.
Ma gli stipendi più alti non sono in Europa: ecco dove si guadagna di più
In ambito europeo, come abbiamo visto, i lavoratori più fortunati sono quelli del Lussemburgo, dell’Irlanda e della Germania. Ma gli stipendi europei non sono nulla in confronto alle buste paga che si percepiscono in altri continenti. Basti pensare a Stati Uniti, Canada e Giappone, dove tuttavia il costo della vita è decisamente più alto.
Tuttavia anche nell’eurozona ci sono paesi sono le buste paga sono considerevolmente più alte di quelle italiane. Parliamo di:
- Liechtenstein
- Norvegia
- Islanda
- Svizzera
- Principato di Monaco
Il discorso è estendibile anche al Regno Unito, soprattutto a Londra, che non fa più parte dell’Europa dal 2020.