Nonostante la crescita italiana, stando ai dati rilasciati da Confcooperative, all’appello mancano oltre 233 mila figure professionali.
Stando alle analisi effettuate da Censis assieme a Confcooperative (“Mismatch, il grande gap da sanare. La ripresa c’è, i lavoratori no”), in italia mancherebbero oltre 233 mila profili esperti.
“Oltre 21 miliardi, l’1,2% del Pil, è il conto salato che il sistema Italia paga a causa del mancato incontro tra l’offerta e la domanda di lavoro. Quello che il Paese sta vivendo è un paradosso che non possiamo continuare ad alimentare: l’economia è in ripresa, le aziende vogliono assumere, ma mancano all’appello oltre 233mila profili professionali adeguati alla richiesta. Se le imprese fossero riuscite ad assumere tutto il personale di cui hanno bisogno la crescita del Pil nel 2021 sarebbe salita dal 5,9% al 7,1%”.
Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative
Infatti, il tasso di posti vacanti è del:
- 2,4% nelle costruzioni;
- 2,1% nei servizi di informazione e comunicazione;
- 2,1% nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento;
- 2,3% per quanto riguarda l’ambito delle delle attività di alloggio e ristorazione (con un incremento di 0,4 punti rispetto al primo trimestre di quest’anno).
In paragone alle realtà europee, il job vacancy rate nel secondo trimestre è pari al 2,3% (area euro), ma supera il 4% nella Repubblica Ceca (4,9%) e in Belgio (4,2%). Nei Paesi Bassi si attesta al 3,8%, in Austria al 3,4% e in Germania al 2,9%.
«Il lavoro non può diventare un vincolo al consolidamento della ripresa, occorre uno scatto in avanti […]. Un “Patto sociale” tra governo, imprese e sindacati. Non vedere le cose da questa prospettiva significa non solo rischiare di perdere le opportunità di crescita per i prossimi anni, ma anche di alimentare quella disaffezione al lavoro che si aggira minacciosamente e che può condizionare negativamente gli esiti di tanti impegni orientati alla ripresa con 2,3 milioni di disoccupati, uno su tre giovani e tre milioni di Neet, la metà donne».
Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative
E la prospettiva per il futuro?
Per quanto riguarda le prospettive di occupazione, le anticipazioni sul quarto trimestre appaiono positive. Infatti, scendendo più nel particolare, se il 36% degli intervistate esclude possibili variazioni, il 43% prevede di aumentare il proprio organico, mentre il 18% di ridurlo.