Quando dare le dimissioni per giusta causa e come presentarle

Quando la situazione diventa insostenibile si decide di lasciare il posto di lavoro. Ecco quando dare le dimissioni per giusta causa.
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Lasciare il posto di lavoro non è mai semplice e spesso le incertezze dovute alle possibili conseguenze rendono più complicato il tutto. Ecco quando dare le dimissioni per giusta causa, che cosa spetta al lavoratore e quello che c’è da sapere.

Che cosa sono le dimissioni per giusta causa e quando darle

Capita a volte che il dipendente decida di abbandonare la propria occupazione a causa di gravi violazioni del contratto da parte del datore di lavoro. Di che tipo di violazioni si tratta?

Possono essere più o meno gravi e includono il mancato o tardivo pagamento delle retribuzioni, molestie sessuali sul posto di lavoro, richieste di comportamenti illeciti, demansionamento illegittimo, mobbing e altre forme di trattamento ingiusto o discriminatorio che vanno a ledere il dipendente stesso.

Tutte situazioni estremamente spiacevoli che non dovrebbero verificarsi, ma che ancora oggi sono all’ordine del giorno e possono avere ripercussioni non solo in termini lavorativi, ma anche sulla salute di chi le subisce.

Che cosa spetta al lavoratore

Purtroppo capita di giungere a questa situazione e di pensare alle dimissioni. Che cosa spetta al dipendente che sta per licenziarsi? Quando un lavoratore si dimette per giusta causa, ha diritto al pagamento delle competenze di fine rapporto, inclusi l’ultima retribuzione, le ferie e permessi non goduti, i ratei delle mensilità supplementari e, in alcuni casi, un’indennità sostitutiva del preavviso. Quest’ultima è quantificata in base al contratto collettivo di riferimento e all’anzianità aziendale del dipendente, di conseguenza cambia di caso in caso.

Cosa rischia il lavoratore

Quello che più spaventa il dipendente che sta per licenziarsi è che la giusta causa non venga riconosciuta dalle autorità competenti, poiché questo porta ad alcune sgradevoli conseguenze soprattutto in termini economici. Ad esempio, il dimissionario potrebbe non avere diritto alla Naspi e potrebbe dover restituire eventuali somme percepite in anticipo.

Inoltre, se la giusta causa non è provata in sede legale, il lavoratore potrebbe essere esposto al rischio di dover affrontare spese legali e di non ottenere alcun risarcimento per danni subiti. Una situazione sicuramente spiacevole a cui nessuno vorrebbe arrivare, ma che a volte può capitare e quindi è sempre consigliato affidarsi a professionisti e a uffici competenti in materia per avere un supporto.

Differenze tra tempo indeterminato e determinato

Diverse tipologie di contratto, diversi diritti. Nel caso di lavoratori con contratto a tempo indeterminato che si dimettono per giusta causa, potrebbe essere prevista un’indennità sostitutiva del preavviso, mentre nel caso di lavoratori con contratto a tempo determinato, non è prevista tale indennità.

In entrambi i casi, il lavoratore ha diritto al pagamento delle competenze di fine rapporto, ma le modalità di calcolo possono variare in base al tipo di contratto e al contratto collettivo applicato. È inoltre importante ricordare che esistono diverse casistiche che rendono l’interruzione del rapporto di lavoro spesso diversa da persona a persona.

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