Disney, retromarcia sullo smart working, si torna a lavorare in presenza

La corporation del topo a orecchie tonde richiama i suoi dipendenti in presenza dal lunedì al giovedì, con possibilità di lavorare in modalità smart working solo il venerdì

La corporation del topo a orecchie tonde richiama i suoi dipendenti in presenza dal lunedì al giovedì, con possibilità di lavorare in modalità smart working solo il venerdì. È la nuova policy aziendale voluta dall’ad Bob Iger, nuovamente alla guida della Disney nello stesso ruolo dopo appena due anni e molte smentite su un suo possibile ritorno. Oltre 15 anni come CEO della più grande fabbrica di sogni per bambini, un periodo lungo per il management ed epocale per le novità che hanno rivoluzionato l’universo cinematografico e televisivo.

Socialità e connessione, i pilastri della visione dell’AD Disney

Il primo provvedimento al suo rientro in Disney è stata la richiesta a tutti i lavoratori di rientrare in ufficio almeno per i primi quattro giorni della settimana. La socialità e la vita in azienda, ha spiegato, è insostituibile, così come la crescita professionale non può prescindere dallo stretto contatto con i propri capi e mentori. Respirare la cultura e la creatività della Walt Disney Corporation è possibile solo collaborando in un ambiente condiviso per lungo tempo, di questo Iger ne è convinto.

Smart Working, avanti tutta o retromarcia forzata? Uno sguardo alle multinazionali straniere (e italiane)

La decisione della major segue la scia di altre corporation che hanno rinnovato la preferenza per il lavoro in presenza e riportato la possibilità di lavorare da remoto ai livelli prepandemici. Il caso più estremo è quello di Elon Musk, che ha disposto per i dipendenti di Tesla e Twitter il rientro in ufficio per 40 ore alla settimana. Apple, invece, ha chiesto il lavoro in presenza per tre giorni alla settimana.

Insomma, lo strumento dello smart working oscilla tra resistenze e forti spinte in avanti, come successo recentemente per i casi di Tim, Generali e Intesa. Quest’ultima, in particolare, è stata protagonista di una scelta storica: lasciare libero il venerdì in cambio di più ore lavorative nel resto della settimana. Il colosso assicurativo triestino, invece, ha raggiunto un accordo con i sindacati per il venerdì come giorno standard per lavorare da casa. Sperimentazione ibrida per Tim, con la possibilità di alternare giorni in ufficio e altri da remoto per tutti i suoi 32mila dipendenti.

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