E’ quanto emerge dall’Index annuale dell’European Institute for Gender Equality: gender gap e digitalizzazione vanno di pari passo a causa della segregazione nell’istruzione e nel lavoro.
Attivo dal 2007 con l’obiettivo di promuovere la parità di genere, l’European Institute for Gender Equality promosso dalla Comunità Europea mette in luce alcuni punti critici. Secondo quanto riportato dall’Index annuale, la situazione in merito alla differenza di genere risulta ancora di difficile gestione. In particolare, vengono messi in luce i pochi progressi e i notevoli arretramenti aggravati dalla pandemia. Nello specifico, uno dei settori a richiedere una maggiore attenzione è quello legato al mondo digitale.
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Che legame c’è tra gender gap e digitalizzazione?
In uno mondo sempre più digitale, risulta di vitale importanza garantire a tutti un’occupazione idonea in ogni settore. Come affermato da Helena Dalli, Commissario europeo per la parità di genere, uno dei problemi più rilevanti è legato alla limitazione delle donne sia nell’istruzione che nel lavoro.
Lavoro e donne STEM
Stando a quando emerge dall’European Institute for Gender Equality, nell’UE solo due lavori su dieci nel settore delle ICT sono occupati da donne. A conferma di quanto appena riportato, infatti, in Italia solo il 18,9% delle laureate ha scelto discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Inoltre, secondo la recente indagine #ValoreD4STEM, le donne STEM, sebbene più preparate, si ritrovano a non poter godere dello stesso trattamento degli uomini in termini di occupazione e retribuzione. Stando ai dai emersi, solo il 38% ricopre una posizione manageriale, mentre il 57,8% riveste un ruolo d’impiegata. Solo una donna su 4 ha un role model STEM: in particolare le over 30 con master e dottorato. Ad ogni modo, il numero di figure maschili illustri dalle quali attingere è nettamente superiore rispetto alle femminili: tra ile più celebri Samantha Cristoforetti, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack.
I pregiudizi verso le donne STEM
Certo è che non mancano i pregiudizi verso le figure femminili STEM. Infatti, l’ultima sezione dell’European Institute for Gender Equality mette in luce che il il 27% delle stesse dichiara che alle donne si addice uno stile di leadership empatico e accogliente, e quasi il 16% afferma che a un uomo si addica uno stile di leadership deciso e assertivo.
“In un mondo in cui le soluzioni scientifiche e tecnologiche stanno plasmando il futuro del lavoro e delle nostre vite non possiamo permettere che le donne restino indietro. Abbiamo bisogno del loro contributo nelle STEM per promuovere la diversità e sostenere innovazione e progresso sociale ed economico […]. Pubblico e privato devono impegnarsi fortemente per non rischiare che le donne si trovino ai margini del futuro del lavoro, ma piuttosto vengano valorizzate per poter essere protagoniste nei settori in cui si apriranno maggiori e migliori opportunità lavorative.”
Barbara Falcomer direttrice generale Valore D.