Sanità, in arrivo 65mila infermieri indiani: la reazione dei sindacati

In Italia sono in arrivo 65mila infermieri indiani per sopperire alla mancanza di queste figure professionali. Ecco la situazione.
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Una manovra per salvare il sistema sanitario italiano. Sono pronti ad arrivare circa 65mila infermieri indiani per ricoprire le posizioni vacanti. Ecco cos’ha detto il ministro Orazio Schillaci e la reazione dei sindacati.

Sanità, in arrivo 65mila infermieri indiani

Il sistema sanitario italiano sta affrontando una crisi senza precedenti, con una grave carenza di infermieri che minaccia di portare alla paralisi delle attività sanitarie nel Paese. Mentre alcuni politici hanno focalizzato l’attenzione sulla questione della “sostituzione etnica”, sembra che ci sia una vera e propria sostituzione in atto nell’ambito della sanità italiana, ma non in termini di etnia, bensì di provenienza degli operatori sanitari.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che il Paese ha un disperato bisogno di nuovi infermieri, poiché molti professionisti italiani preferiscono cercare lavoro altrove. Stando alle stime, il sistema sanitario italiano soffre di una mancanza di circa 65.000 infermieri, una situazione insostenibile che richiede un’azione immediata.

Per far fronte a questa emergenza, il governo italiano ha deciso di reclutare un numero significativo di infermieri provenienti da altri Paesi. In particolare, il ministro Schillaci ha indicato l’India come una fonte di risorse disponibili per rafforzare il sistema sanitario italiano. Sebbene non abbia fornito una cifra specifica, Schillaci ha affermato che il processo di reclutamento è già in corso.

Un’operazione necessaria

Alla luce dei dati messi in luce dal ministro, questa appare un’operazione vitale per il sistema sanitario italiano, poiché garantire un adeguato numero di infermieri è fondamentale per il corretto funzionamento dei servizi. Senza un numero sufficiente di infermieri, le strutture sanitarie rischiano di non essere in grado di fornire cure adeguate ai pazienti, mettendo a rischio la vita di molte persone.

L’India è stata individuata come una fonte promettente, poiché ha un surplus di professionisti disponibili. Perché proprio l’India? Secondo alcuni è per via della buona preparazione degli infermieri, secondo altri, invece, è una questione economica.

Chiaro è che che qualunque sarà la provenienza dei nuovi professionisti del settore, sarà necessario valutarne le competenze e ragguagliarli su quali siano le linee guida da seguire nel Bel Paese.

Prevenire è meglio che curare

Certo, molti infermieri preferiscono lavorare altrove, all’estero o in istituti privati, e di conseguenza è necessario agire. Viene però da chiedersi se non sia anche il caso d’intervenire perché questo non accada, la domanda da porsi è la seguente: perché sempre meno persone vogliono lavorare negli ospedali pubblici?

Una volta trovata la risposta a questa domanda, sarà fondamentale agire per invertire la rotta, poiché importare professionisti dall’estero può essere una soluzione temporanea, ma siamo sicuri che sarà fruttuosa anche nel lungo termine?

La reazione dei sindacati

A parlare è il presidente del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, il quale ha dichiarato:

“Non possiamo nascondere, in merito all’imminente arrivo di tanti infermieri indiani negli ospedali italiani, da Nord a Sud e nelle Rsa, come confermato ufficialmente dal ministro Schillaci, il forte clima di preoccupazione che si respira in queste ore, non solo da parte dei sindacati delle professioni sanitarie come il nostro, ma soprattutto da parte di tanti infermieri che da anni lavorano sul campo, nel nostro Ssn, e affrontano già disagi quotidiani di non poco conto”.

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