La riforma sulla maternità introduce una grande novità anche per i neo papà, che saranno finalmente più tutelati rispetto al passato e non potranno essere licenziati. Ecco cosa dice la legge in merito e quando è stata introdotta.
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I neo papà non possono essere licenziati, cosa dice la legge
Buone notizie per i papà di tutta Italia che finalmente potranno godere di maggiori benefici. Il tutto parte dal precedente Governo Draghi, il quale ha fortemente voluto inserire, attraverso il decreto legislativo del 30 giugno 2022, nuove tutele per i neo genitori.
Le novità vanno di pari passo con la riforma della maternità, e hanno lo scopo di “migliorare la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza”.
Con questo fine la manovra non va dunque solo a favore delle neo mamme, ma anche di tutti gli uomini che, una volta avuto un figlio, hanno il diritto di non andare incontro a licenziamento e di potersi godere il neonato.
Esteso il divieto di licenziamento anche ai papà
Una novità molto importante per tutti i genitori che verrà sicuramente accolta di buon grado. Il divieto di licenziamento, presente per le neo mamme, è stato esteso anche ai papà. Tutto nasce dal decreto legislativo del 20 giugno del Governo Draghi, richiamato dall’INPS il 20 marzo 2023.
Non mancano le modifiche che l’Istituto ha apportato al “Testo Unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”. Una differenza importante è il raddoppio del congedo che passa a 10 giorni, i quali si possono usufruire nei due mesi precedenti alla nascita, o entro i cinque mesi dalla nascita.
La grossa novità, però, è quella che riguarda il licenziamento. A fare chiarezza è una circolare INPS, la quale recita che: “il divieto di licenziamento si applica anche al padre lavoratore per la durata del congedo stesso e si estendo fino al compimento di un anno di età del bambino”.
Non ci sarà più differenza dunque tra papà e mamma. Prima di questa nuova regola il papà non poteva essere licenziato solo se la mamma non poteva accudire il figlio.
Insomma, grazie a questo provvedimento ci sono maggiori tutele per l’intero nucleo familiare, cosa molto importante in questo periodo storico.
Cambia anche la NASpI
Le novità non riguardano solamente i neo papà, i quali non possono più essere licenziati grazie alla legge. A subire modifiche c’è anche la NASpI che tutelerà maggiormente le famiglie. In caso di paternità, avranno diritto a riceverla tutti coloro che hanno usufruito del congedo, sia obbligatorio che alternativo.
Potrà inoltre essere richiesta anche in caso di dimissioni nel corso periodo in cui vige il divieto di licenziamento. Di conseguenza, fino a quando il bambino non compirà un anno, i papà avranno il diritto di percepire la NASpI.
Fino a poco tempo fa potevano riceverla solamente i papà che si trovavano in congedo alternativo, fortunatamente la sua fruizione è stata implementata.
Questa misura si aggiunge alle altre già presenti per le famiglie, e hanno lo scopo di sostenere le famiglie. In Italia ci sono sempre meno nati, e questo dipende anche dalla reale difficoltà patrimoniale dei papabili genitori. Misure di sostegno sono, soprattutto in questo periodo storico, necessarie per far ripartire la natalità in Italia.
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