Pensione all’estero, migliaia di furbetti a rischio: ecco cosa succede

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L’INPS è in procinto di intensificare i controlli verso i pensionati all’estero che hanno evaso il fisco, contravvenendo alle disposizioni dell’Istituto Previdenziale. Chi non si ravvede rischia gravi conseguenze: il taglio della pensione e, nei casi peggiori, la sospensione.

Pensioni all’estero, ecco i furbetti che rischiano

Chi riceve una pensione Inps e si trova all’estero è tenuto a comunicare la propria “esistenza in vita”, se non lo fa rischia spiacevoli conseguenze. A settembre, infatti, l’Istituto previdenziale mette in atto una stretta per i pensionati residenti in Europa, Oceania e Africa.

Questi pensionati che si trovano all’estero riceveranno a breve le richieste di attestazione da inviare debitamente compilate entro il 18 gennaio 2025. Nell’attestazione bisogna confermare “lo stato in vita”, altrimenti si rischia di rientrare tra i “falsi pensionati”, cioè coloro che prelevano la pensione per conto di soggetti beneficiari in realtà deceduti e mai dichiarati.

In caso di mancata conferma entro il 18 gennaio, potrebbero scattare gravi conseguenze, fino alla sospensione dell’assegno a partire da marzo 2025.

Come evitare di perdere la pensione se si vive all’estero

Non tutto è perduto, chi non ha ancora confermato la propria esistenza, può farlo attraverso documentazione ad hoc e prove in sede. Oltre al modulo Inps, ci sono altri modi per provare “lo stato in vita” del pensionato che vive all’estero, ad esempio:

  • fare una videochiamata con i funzionari delle Rappresentanze diplomatiche
  • recandosi personalmente presso gli sportelli della Western Union a ritirare la pensione

Chi decide di optare per il modulo, deve compilarlo, firmarlo di proprio pugno, inserire la data e allegare la documentazione richiesta.

Una volta pronto, il pensionato deve inviarlo alla casella postale PO Box 4873, Worthing BN99 3BG, United Kingdom entro il termine indicato nella lettera esplicativa.

Pensioni all’estero, chi non deve compilare il modulo

La “stretta” sui pensionati che risiedono all’estero non riguarda tutti i Paesi. Alcuni pensionati possono stare tranquilli e non hanno alcun obbligo. Sono esclusi tutti coloro che sono oggetto di scambi mensili di informazioni con lo ZUS polacco, le Istituzioni previdenziali tedesche e svizzere, la Caisse Nationale d’Assurance Vieillesse (CNAV), il Service Fédéral des Pensions (SFPD).

Per questi pensionati sono in corsi accordi particolari per cui sarà possibile reperire in modo automatico le informazioni circo lo “stato in vita” senza la compilazione di moduli.

Inoltre non rischiano alcun controllo coloro che, fino ad ora, si sono recati personalmente a riscuotere la pensione presso gli sportelli Western Union.

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