Stando a quanto riporta l’Osservatorio del Politecnico di Milano i lavoratori che svolgono la propria professione in smart working in Italia sono circa 1/3 del totale, a fronte di una stima in costante aumento: nel 2023, infatti, il lavoro agile è stato adottato dal 96% delle aziende, contro il 91% dell’anno precedente.
Non tutti sanno – o sono consapevoli – che pur lavorando da casa occorre attenersi alle norme di sicurezza sul lavoro. Qualcosa che parte dalla valutazione dei rischi e da una formazione che risulta, a tutti gli effetti, obbligatoria: elementi che sono entrambi a carico del datore di lavoro, colui che detiene la responsabilità della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Ecco gli aspetti su cui concentrarsi per garantire un livello ottimale di sicurezza per gli smart worker.
Indice dei contenuti
1. Valutazione dei rischi
Premesso che i riferimenti a livello normativo per la sicurezza sul lavoro in caso di smartworking sono il D.lgs 81/2008 e la Legge 81/2017, il primo elemento a cui prestare attenzione è la valutazione dei rischi, la quale spetta al datore di lavoro. Costui dovrà valutare i rischi specifici che sussistono per i dipendenti che operano in smart working, di cui proponiamo un elenco:
- Postura ed ergonomia.
- Rischio incendio, chimico ed elettrico, correlati all’illuminazione e alla sicurezza degli strumenti di lavoro.
- Sindrome da visione del computer.
- Rischio rumore.
- Microclima.
- Rischi da stress lavoro-correlato e psicosociali.
- Boundary.
2. Postazione ergonomica
Nell’ottica di garantire una sicurezza sui luoghi di lavoro occorre fare in modo che il dipendente disponga di una postazione ergonomica: essenziale per preservarne la salute e, allo stesso tempo, ottimizzarne la produttività.
Tra le dotazioni che il dipendente dovrà avere assolutamente segnaliamo:
- Scrivania adatta: deve avere un’altezza (che può essere fissa o variabile) di 70/80 cm, a fronte di un piano di lavoro sufficientemente ampio a garantire l’opportuna distanza degli occhi dal monitor.
- Sedia ergonomica, con un design stabile e idoneo alla mansione; gli standard sono rigorosi specialmente per lo schienale.
- Monitor regolabile, così da poterlo personalizzare in base allo sguardo.
- Mouse/tastiera ergonomici, dotati di comfort superiori rispetto a quelli dei modelli standard.
3. Illuminazione adeguata
La normativa in vigore stimola a prediligere nell’ambiente di lavoro un’illuminazione naturale o che comunque risulti idonea a evitare problematiche come affaticamento visivo, mal di testa, problemi muscolari, ecc. ecc. Ecco alcuni accorgimenti da adottare:
- Per ottimizzare la luce naturale, sono da preferire lampade tra i 500 e i 700 lux, che salgono a 750/1000 lux per le attività che richiedono una maggiore precisione.
- È importante che non sussista un contrasto illuminotecnico tra luce ambientale e luce del monitor.
- L’illuminazione deve risultare omogenea, senza particolari ombre: occorre quindi distribuire più punti luce nello spazio.
- Attenzione anche all’angolazione del tavolo e alla presenza di elementi riflettenti.
4. Pause regolari
Chi lavora in smartworking tende a fare meno pause di chi invece è in ufficio. Il datore di lavoro, in ottemperanza al D.Lgs 81/08, detiene l’obbligo di promuovere il rispetto delle pause per prevenire stanchezza fisica e mentale. Il parametro da rispettare per legge è di un quarto d’ora ogni due ore.
5. Formazione obbligatoria
Tutti i lavoratori devono completare dei corsi di sicurezza sul lavoro, i quali possono essere conseguiti anche da remoto: una modalità ideale per chi opera in smartworking in termini di ottimizzazione delle tempistiche come della stessa fase di apprendimento.
Accanto a nozioni di natura generale, il datore di lavoro dovrà vagliare dei percorsi formativi specifici per il lavoro agile che tratteranno argomenti come l’allestimento della postazione, l’uso dei device, la stessa scelta del luogo di lavoro, ecc. ecc.
6. Uso corretto delle attrezzature
Tra i rischi a cui chi lavora in smart working deve prestare attenzione troviamo quelli connessi all’uso sicuro di computer, cavi e prese elettriche. Ecco alcuni consigli:
- Attenzione a non eccedere con l’uso del cellulare che, avendo un monitor più piccolo, tende a produrre un affaticamento visivo.
- Monitorare lo stato di usura e manutenzione dei device.
- Monitorare lo stato di cavi e prese elettriche: in caso di difetti, vanno sostituiti (e non riparati con del nastro isolante).
- Non maneggiare i componenti elettronici con le mani bagnate.
- Non collocarli in prossimità di tessuti come quelli di divani e poltrone.
7. Connessioni sicure
Garantire connessioni sicure permette di proteggere i dati aziendali, a fronte di una tutela che interessa tanto il lavoratore che l’azienda. Ecco alcuni consigli:
- Predisporre strumenti performanti, approvati in termini di cyber security e affidabilità tecnica.
- Garantire una velocità adeguata della connessione Internet.
- Predisporre una facilità di accesso ai canali di comunicazione.
- Predisporre password adeguate.
8. Procedure di emergenza
Il dipendente che lavora in smart working, non diversamente dagli altri lavoratori, deve conoscere come comportarsi in caso di emergenze, anche se si trova a casa. Ad esempio, in caso di incendio non dovrà adoperare l’acqua sulle apparecchiature elettriche e dovrà conoscere quali sono le vie di fuga, l’ubicazione del punto di raccolta, se presente, ecc. ecc.
9. Supporto psicologico
Lavorare da casa può essere stressante; il datore di lavoro deve considerare anche il benessere mentale. Ecco alcuni consigli:
- Accertarsi che il dipendente effettui le pause.
- Predisporre delle attività di team building.
- Favorire la relazione tra colleghi, da remoto e quando possibile in presenza.
- Variare le attività, per quanto possibile.
10. Coinvolgimento attivo del lavoratore
Il lavoratore deve collaborare per segnalare eventuali rischi e seguire le indicazioni ricevute. Un atteggiamento che si basa, però, su un rapporto di fiducia reciproca tra le parti e di dialogo costante con il datore di lavoro. Quest’ultimo dovrà favorire un coinvolgimento attivo del dipendente che opera a distanza.
In conclusione, garantire la sicurezza sul lavoro per i dipendenti che operano da remoto è un obbligo di legge: anche i lavoratori in smartworking devono seguire i corsi di sicurezza. Qualcosa che va non solo nell’ottica di evitare spiacevoli conseguenze per il benessere e la salute della persona ma che influisce positivamente persino in termini di produttività – e quindi di fatturato – per l’impresa.