Smart working, quanto è apprezzato dai dipendenti? Cosa dicono i dati in Italia e in Europa

Negli ultimi anni, il fenomeno dello smart working ha rivoluzionato il modo in cui milioni di persone in tutto il mondo svolgono le proprie attività lavorative.
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Negli ultimi anni, il fenomeno dello smart working ha rivoluzionato il modo in cui milioni di persone in tutto il mondo svolgono le proprie attività lavorative.

Questa modalità di lavoro remoto non solo offre flessibilità e libertà geografica, ma ha anche suscitato un crescente interesse tra i dipendenti per i suoi numerosi vantaggi.

Esaminiamo più nel dettaglio come lo smart working è stato accolto in Italia ed in Europa, evidenziando i dati e le percezioni rilevanti.

Accettazione e benefici dello smart working

Uno dei principali motivi per cui lo smart working è stato così apprezzato è la sua capacità di migliorare significativamente l’equilibrio tra vita professionale e personale.

Secondo uno studio condotto dall’ISTAT nel 2023, circa il 68% dei lavoratori italiani ha riportato di avere una migliore gestione del tempo e una maggiore soddisfazione lavorativa grazie allo smart working.

Questo dato sottolinea quanto il lavoro flessibile possa contribuire al benessere individuale e alla produttività.

Produttività e performance

Contrariamente a preoccupazioni iniziali, numerosi studi hanno dimostrato che lo smart working può aumentare la produttività.

Secondo una ricerca condotta dall’Eurofound nel 2022, il 62% dei dipendenti europei ha riferito di essere più produttivo lavorando da casa rispetto all’ufficio tradizionale.

In particolare, l’Italia ha registrato un aumento dell’efficienza del 56%, evidenziando un impatto positivo sulle performance lavorative grazie a un ambiente più tranquillo e alla riduzione degli spostamenti pendolari.

Le sfide dello smart working

Nonostante i benefici, l’implementazione dello smart working non è stata esente da sfide. La necessità di mantenere la comunicazione e la coesione di squadra in un ambiente virtuale è stata una delle principali criticità segnalate dai dipendenti.

Tuttavia, l’adozione di strumenti digitali avanzati e piattaforme collaborative ha contribuito a superare molte di queste barriere, facilitando la comunicazione e la collaborazione a distanza.

Guardando al futuro, molti dipendenti italiani ed europei sembrano desiderosi di mantenere una certa flessibilità lavorativa.

Secondo un sondaggio condotto dalla Commissione Europea nel 2023, il 74% dei lavoratori intervistati ha espresso il desiderio di continuare a lavorare da casa almeno parte del tempo, sebbene la maggior parte preferisca un modello ibrido che combini lavoro remoto e presenza in ufficio.

Implicazioni economiche e sociali

Oltre agli effetti individuali e organizzativi, lo smart working ha anche implicazioni significative a livello economico e sociale.

In Italia, ad esempio, si è osservato un impatto positivo sull’ambiente, con una riduzione delle emissioni di gas serra dovuta alla diminuzione degli spostamenti in auto.

Inoltre, le città hanno registrato un minor traffico e una migliore qualità dell’aria durante i periodi di massima adozione dello smart working, indicando potenziali benefici a lungo termine per la salute pubblica e l’urbanistica.

Il futuro dello smart working in Italia e in Europa

In sintesi, lo smart working ha conquistato un posto significativo nel panorama lavorativo italiano ed europeo, con un forte sostegno da parte dei dipendenti per i suoi benefici in termini di equilibrio tra vita lavorativa e personale, produttività migliorata e impatti positivi sull’ambiente.

Nonostante le sfide iniziali nella transizione, il futuro sembra orientato verso un modello di lavoro ibrido che integri il meglio di entrambi i mondi, offrendo flessibilità ai lavoratori e vantaggi strategici alle organizzazioni che adottano queste pratiche innovative.

Leggi anche: I 10 paesi europei più aperti allo smart working: la classifica

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